Alfonso Lentini
“Scrivimi, libri d’artista e poesie
oggettuali”
mostra personale
a Libri in Cantina
spazio espositivo del Municipio
(Susegana, 5 e 6 ottobre 2013)
I frammenti di scrittura disseminati in questa mostra rappresentano un’unica lunga “lettera” che tenta vie di fuga dalle forme della comunicazione convenzionale e intende indagare come, per le vie traverse dell’arte e della poesia, i rapporti fra le parole e il mondo possano intrecciarsi e sbocciare in grovigli più complessi e sotterranei, dunque differenti dal pensiero normativo. Alcuni lavori, qui esposti per la prima volta, sono realizzati con pezzi di lunarie (le cosiddette “monete del papa”) che, divenute piccolissime pagine vegetali, chiamano in causa ancora una volta la sostanza parlante della natura.
Lo
scopo è spremere poesia dalle cose. Crocifiggere le parole, che sono cose fra
le cose, oggetti fra gli oggetti.
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
foto di Luisa Damian
Su Alfonso
Lentini così si è espresso Emilio Isgrò,
figura storica delle neoavanguardie italiane del Secondo Novecento: «Ogni artista
è un mondo, e in quello di Alfonso Lentini io entro volentieri, affascinato da
un linguaggio prensile e vivo che non conosce banalità».
E così, in
una recente intervista pubblicata sul sito del progetto californiano “Naked Truths”, l’autore parla della sua ricerca artistica: «Le cose “mordono” le
parole, incalzano dietro la scrittura e noi umani le percepiamo attribuendo ad
esse una sostanza alfabetica. In particolare per quanto riguarda la mia ricerca
artistica, lavoro con l’intento di dar “corpo fisico” alla parola, esplorandone
la natura materica, gestuale, oggettuale. Le mie sperimentazioni tendono allo
sbilanciamento, ricercano un diverso equilibrio fra la parola e i corpi. Ma
questo insistere sulla scrittura come azione fisica non ha mai voluto essere,
nel mio caso, una pura esaltazione della forma o della crosta esteriore della
parola. Al contrario, ho voluto avviare una riflessione sulla “forza”, ma anche
sulla “debolezza” della parola, senza mai perderne di vista la centralità».
Alfonso Lentini,
nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta.
Laureato in filosofia, si è formato
nel clima delle neoavanguardie del Secondo Novecento. Ha insegnato letteratura
italiana e storia. Si occupa di arti visive e scrittura, sconfinando talvolta
nei territori della poesia.
La sua prima personale risale al
1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone
opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e
gestuale.
Insieme ad Aurelio Fort è autore
del progetto artistico internazionale “Resistere per Ri/esistere” culminato il
25 aprile 2013 con un’installazione urbana per le vie e le piazze di Belluno.
Fra i suoi libri, due sono stati
pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di
Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa
signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011).
Bellissimi lavori, complimenti Alfonso
RispondiEliminaCome sempre bellissimi e poetici i tuoi lavori, che mescolano la forza della parola alla leggerezza dell'immagine.
RispondiEliminaGrazie ancora, Alfonso
Gabriella e Maurizio