In questo blog intendo offrire una documentazione sulla mia attività nel campo della scrittura e delle arti visive.

Il titolo, La riga delfina, è riferito all'incipit di una mia poesia ("Mio minimo oceano di croci") il cui testo si può leggere in una delle "pagine" qui accanto.


Poesie oggettuali







Se pareba boves
alba pratalia araba
albo versorio teneba
negro semen seminaba
(Indovinello veronese, sec. IX)

In molti miei lavori il libro è presente nella sua concretezza, quasi un ready made, sottoposto a procedimenti di solidificazione, tagliuzzamenti, rielaborazioni, assemblaggi.... Non si tratta però di libri-oggetto in senso stretto. Preferisco usare l’espressione “poesie oggettuali” perché in queste opere il libro è soltanto un elemento della composizione ed interagisce con altro. A  volte il libro non è presente se non come citazione, ombra, richiamo allusivo.

Ciò che contraddistingue queste mie "poesie oggettuali" non è dunque il libro in quanto tale, ma il procedimento della scrittura nel suo insieme. In questo senso esse si riallacciano al celebre “indovinello veronese” del sec. VIII: si pongono cioè come continuazione ideale di una concezione della scrittura che, nella sua materialità, ricorda il lavoro faticoso e paziente del contadino medievale: una scrittura che è come l’aratura di un campo e che, come il seme sparso nei solchi, può generare vita. Una scrittura in cammino, passaggio, esodo...Insomma un viaggio labirintico, problematico (e, mi auguro stimolante) nell’universo della comunicazione.
(Da un'intervista del 1995)






















































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